“Quello dei “furbetti del cartellino” è da tempo un problema spinoso che datori di lavoro pubblici e privati cercano di risolvere, escogitando spesso soluzioni tecnologiche che non sempre però sono rispettose della normativa sulla protezione dei dati personali.Nel corso degli anni vi sono stati vari tentativi di arginare il fenomeno attraverso sistemi di rilevazione delle presenze del personale che verificassero l’impronta digitale del lavoratore, ma anche di recente il Garante per la privacy non ha accolto troppo bene le misure approntate dal Ministero della Pubblica Amministrazione per contrastare il fenomeno dell’assenteismo raccogliendo rilevando dati biometrici come le impronte digitali, e nel parere del 19 settembre 2019 ha sollevato forti perplessità su “profili di dubbia compatibilità con la disciplina europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali”.
Combattere l’assenteismo in maniera inappropriata
Combattere l’assenteismo in maniera inappropriata. Chi ha installato apparecchi che scattano foto ai dipendenti, dovrà correre ai ripari entro tre mesi, termine concesso dalla Cnil (Commission nationale de l’informatique et des libertés).